Vincenzo Pirrotta mette in scena «Terra matta».
0 Che cose strane succedono in questa «terra matta» di Sicilia... è proprio il caso di dire...
Dal 14 marzo 2009 al 5 aprile 2009, Vincenzo Pirrotta mette in scena Terra matta (Scenario pubblico, produzione del teatro Stabile di Catania). Ma... come è possibile leggere sul sito ufficiale del teatro Stabile di Catania (http://www.teatrostabilecatania.it/cartellone/test/terra_matta.htm), non si fa alcun riferimento (micro-riferimento) al fatto che l'autobiografia di Vincenzo Rabito sia frutto di un lunghissimo lavoro di cura, che ha visto prima impegnato Luca Ricci (con l'Archivio dei diari di Pieve di Santo Stefano, che ha il ruolo indiscusso di aver «scoperto» Vincenzo Rabito) e poi la sottoscritta, curatrice del testo (a partire da quelle famose 1027 pagine del dattiloscritto) per la casa editrice Einaudi.
Un lavoro, quello della sottoscritta, durato circa tre anni (tra selezione delle parti, scelta dei tagli, operazioni varie di microchirurgia per ricucire le sezioni narrative in modo che non si sentisse la mano del curatore né la violenza del taglio effettuato... e poi sgrossamento minuzioso della lingua, così da restituirla in tutta la sua efficacia e verità, senza che risultasse incompresibile al lettore... e poi ulteriore lavoro di tagli e piccole riscritture... dei soprannomi ad esempio, lì dove risultava troppo scoperto un attacco ad personam...). Un lavoro di cui mi sono sempre assunta tutte le responsabilità, vista la natura degli interventi e la delicatezza delle scelte operate, in un terreno minato come quello del «restauro» di un'opera del genere con l'intento di farne patrimonio di tutti (e non solo campo di ricerca per addetti ai lavori).
Ora, poiché risulta evidente che quel «rabitese» che Pirrotta si pregia di aver creato è frutto del lavoro di altri (anche la definizione «rabitese», in verità...), perché (mi chiedo) questo attore e regista così di talento si vuole a tutti i costi arrogare il diritto di aver lui «creato»Terra matta? E, mentre utilizza addirittura il risvolto Einaudi (da me scritto) per la sua nota di regia, senza nemmeno preoccuparsi di indicare la fonte da cui sta citando, non si perita di citare mai (mai) la curatrice dell'autobiografia uscita per Einaudi (o meglio, i curatori dell'autobiografia, nelle sue varie fasi), che è sì di Vincenzo Rabito, ma non solo... ma non solo, direi (con una certa cognizione di causa). Nota di regia di Vincenzo Pirrotta Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata" vita. Imprevedibile, umanissimo e vitale, Terra matta ci racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria; per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e poi della Seconda guerra mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo il sogno fascista del grande impero coloniale, per arrabattarsi, in mezzo a "brecante e carabiniere", tra l'ipocrisia e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine, del benessere degli anni Sessanta. Vedi sito: http://www.teatrostabilecatania.it/cartellone/test/terra_matta.htm Vedi sito Siciliaonline L'uomo, semianalfabeta, descrisse la sua vita in 1200 pagine 17-03-09«Dopo aver girato in lungo e in largo per l’Italia, questo manoscritto è arrivato nelle mani di Vincenzo Pirrotta che ne ha curato l’adattamento teatrale. Ne è seguito un difficile lavoro di rielaborazione del testo alle esigenze sceniche, non perdendo mai di vista il manoscritto. «Terra Matta» è così approdato sul palcoscenico del Teatro Stabile di Catania». |